Un vero e proprio boom del modello organizzativo smart working nel 2020, secondo i dati dell’ Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano.
Secondo l’Osservatorio, prima della pandemia i lavoratori in smart working in Italia erano 570mila, alla fine del 2020 sono passati a 6milioni 580mila, con una sbalorditiva crescita del 1.050%!!!
Quindi il Covid-19 non solo ha stravolto il nostro “ordinario” ma ha avviato un notevole cambiamento nell’organizzazione del lavoro.
Infatti, sempre secondo l’Osservatorio, lo smart working è stato applicato;
- nel 97% delle grandi aziende,
- nel 94% delle Pubbliche Amministrazioni,
- nel 58% delle Piccole e Medie Imprese,
percentuali importanti che sicuramente avranno un impatto significativo alla fine della pandemia che, sempre secondo i dati, stima in 5milioni 350mila i lavoratori che continueranno a lavorare in remoto di cui;
- 1milione 720mila nelle grandi imprese,
- 920mila nelle Piccole e Medie Imprese,
- 1milione 230mila nelle microimprese
- 1milione 480 mila nelle Pubbliche Amministrazioni
Ma non solo aumenterà il numero degli smart worker, rispetto al pre-pandemia, anche la media dei giorni si incrementerà passando da un giorno a 3 giorni settimanali nel 70% delle grandi aziende e il 50% di queste modificherà i propri spazi fisici introducendo, internamente, un nuovo modello di “vita” aziendale.
Anche le Pubbliche Amministrazioni vedranno introdurre progetti di smart working del 50%, aumentando del 70% le persone coinvolte e si lavorerà da remoto in media 2 giorni alla settimana rispetto alla giornata media attuale.
Un cambiamento epocale che, tuttavia, ha evidenziato l’impreparazione tecnologica ed organizzativa del nostro Sistema Paese.
Infatti, più del 70% delle Grandi Imprese hanno dovuto incrementare la dotazione di PC portatili, di strumenti hardware (69%) e di dispositivi per l’accesso in remoto (65%), il 75% delle Pubbliche Amministrazioni hanno richiesto ai dipendenti di usare i dispositivi personali e il 50% delle Piccole e Medie Imprese non hanno potuto operare da remoto.
A livello organizzativo, è stato difficile mantenere un equilibrio fra lavoro e vita privata per
- il 60% delle grandi aziende
- il 30% dei lavoratori,
inoltre per il 40% delle organizzazioni i manager non erano preparati a gestire il lavoro da remoto.
Malgrado ciò lo smart working a concorso a migliorare le competenze digitali dei dipendenti;
- per il 70% nelle grandi imprese
- il 50% delle Pubbliche Amministrazioni,
inoltre per il 65% delle Grandi Imprese è stato necessario riprogrammare i propri processi aziendali abbattendo barriere e pregiudizi sullo smart working segnando una svolta irreversibile nell’organizzazione del lavoro e sicuramente un impatto importante sul futuro delle risorse umane.
Pertanto si sono frantumati gli stereotipi che vedevano lo smart working come un tipo di organizzazione non idonea alle esigenze, da oggi è una strategia di business, una chiave per il futuro.