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Si fidavano di noi! Non deludiamoli!

La comunità occidentale deve essere unità per mettere fine a una guerra assurda.

L’Unione Europea che oggi conosciamo, di pace e prosperità, è frutto di un alto sacrificio a cui 82anni fa, furono chiamati milioni di giovani, come oggi gli ucraini, a combattere una guerra che non volevano ma obbligati ad affrontare la Seconda Guerra Mondiale.
La tristezza, l’angoscia è che tutto quel sacrificio di vite umane, 82anni dopo, non è servito perché la “vecchia” Europa si ritrova sull’orlo del terrore bellico.
L’Ucraina non è Comunità Europea, oggi una sorta di grande “condominio” talvolta litigioso ma di pace, ma è parte integrante dell’EUROPA dei POPOLI. L’Europa dei Popoli è un sentimento di appartenenza ben più importante e forte della “politica” UE perché tutti ne vogliono far parte, perché tutti vogliono pace e benessere.
Ma c’è una nazione europea: l’Ucraina libera ed indipendente, aggredita militarmente dalla Russia e coinvolta in una guerra, non voluta, non cercata e verosimilmente anche da parte del popolo russo, che sta portando dolore nel suo interno e preoccupazione in Europa e nel mondo intero.
Mentre stiamo scrivendo c’è un popolo, quello ucraino, fatto di giovani, donne, bambini e padri che stanno fuggendo o combattendo per mettere al sicuro e difendere il loro futuro. Un futuro fatto di territori, di storia, case, lavoro, famiglie, di vita comune e di pace. Oggi tutto questo è messo in discussione, compromesso dai bombardamenti. Unica “colpa” del popolo ucraino è avere scelto l’Europa dei Popoli come “casa” comune. Una scelta che stanno difendendo con ciò che più caro hanno al mondo, la propria vita perché tutti accomunati da quel sentimento di appartenenza europea che tanti nell’EU purtroppo non hanno. Una triste realtà.
Siamo nati e cresciuti in un Paese, l’Italia, dove le guerre le ha viste e vissute, come la prima e seconda guerra mondiale. Ma, fortunatamente, negli ultimi 77 anni le abbiamo viste attraverso storici documentari o dalle cronache estere dei TG, seduti comodamente nei nostri salotti. La generazione nata nel dopoguerra, non ha conosciuto la sofferenza della fame, della paura, dei colpi di mortaio, di cannone, la distruzione dei bombardamenti, dei morti, dei bambini che piangono, dei padri partiti per il fronte che non tornano…
L’unico coprifuoco che conosciamo è quello introdotto dal Covid-19 e per di più “cantato” e “suonato” sui balconi delle nostre “integre” case. E la domanda nasce spontanea, cosa siamo disposti a perdere noi che fortunatamente non abbiamo conosciuto la sofferenza della guerra?
Apparentemente niente.
Non vogliamo andare in guerra, cosa legittima, ma vogliamo il gas che “tecnicamente” paghiamo a Putin e che a sua volta ci finanzia la guerra. Complici le nostre scellerate scelte politiche sui rigassificatori e su cui abbiamo votato in massa per la loro chiusura, così per il blocco dei gasdotti e delle trivelle per renderci siffatto dipendenti dalla Russia. Come se non bastasse ci lamentiamo, “pure”, accusando una scarsa lungimiranza dei nostri politici che abbiamo noi votato dopo che, come ebeti, ci siamo fatti ubriacare la “pancia” dalle TV, dai giornalisti creatori di mostri, che dal No Tap, No Trivelle, No di qua, No di là, al No a prescindere, sono diventati pure Ministri della Repubblica Italiana!
Tuttavia ci preoccupiamo per l’imminente stagione turistica in cui non arriveranno più i russi, grandi “spendaccioni” di euro nel nostro bel Paese e nell’UE.
Bene, cari “compaesani” e europeisti “convinti” il momento è arrivato.
Cosa siamo disposti a perdere noi, grandi “arricchitori” della Russia che sta distruggendo l’Ucraina e impoverire noi?
Il meno possibile e se ci guadagnamo è “pure” meglio! Questo è il nostro pensiero purtroppo.
Non vogliamo fare e andare in guerra, quella fatta da bombe, missili, morte e distruzione ed è comprensibile, ma non vogliamo nemmeno quella economica!
Come potremmo senza gas, senza energia, senza materie prime mandare avanti le nostre imprese, industriali e artigianali soprattutto, che fanno mobili, scarpe, abiti, gioielli, alta tecnologia che vendiamo anche e soprattutto in Russia?
Non vogliamo lo SWIFT bancario, perché salterebbero tutti gli scambi commerciali, compreso il gas russo che continua ad attraversare le condotte di tutta Europa.
Se abbiamo un minimo di dignità nell’UE dobbiamo fare tutti la nostra parte. Se non vogliamo andare al fronte ucraino con le armi dobbiamo usare ogni “arma” che possiamo per fermare la follia della guerra in Ucraina.
La Russia, grande potenza militare, ha la necessità degli scambi commerciali europei se non vuole dipendere e pendere dalle “fauci del grande dragone”, la Cina.
Quanto potrà tenere l’economia interna russa se l’UE dovesse chiudere tutti i rapporti come SWIFT, gas, investimenti? Quanto reggeranno quei russi che da decenni sono abituati alle crociere miliardarie, ai viaggi europei, agli acquisti immobiliari di Londra, Parigi, Roma, Vienna, in Sardegna, in Toscana, ecc…Non reggeranno!!! E si aprirà un fronte di opposizione duro e sempre più crescente all’interno dell’establishment “putiniano”.
Sfruttiamo le centrali nucleari europee, altra infelice scelta politica a non averne voluto delle nostre, riaccendiamo, temporaneamente, le centrali a carbone acceleriamo con le trivelle e infrastrutture energetiche e quant’altro sia necessario. Questa è l’occasione, per l’UE, di dimostrare al mondo intero, americani compresi, l’unità e la solidarietà presente al suo interno e soprattutto nei confronti dell’Europa dei Popoli.
C’è un popolo, quello ucraino che per aver scelto noi, l’Occidente, sta soffrendo una guerra. Si fidavano di noi non deludiamoli! Dimostriamo al mondo che l’Europa è una grande casa di pace e prosperità!

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