Ci vorranno almeno tre mesi per gli aspetti tecnici legati a un integrato coordinamento tra paesi dell’unione europea per poi dare il via all’introduzione del passaporto europeo dei vaccini, che sarà in formato digitale, c’è consentirà, speriamo, una ripresa in “sicurezza” della libera circolazione delle persone.
Il programma, è stato illustrato dai presidenti di Commissione e Consiglio, Ursula von der Leyen e Charles Michel, chiarendo anche che le polemiche e i tumori sollevate sul tema da alcuni paesi dell’unione sono state chiarite.
Per il nostro Paese è senz’altro una buona notizia, se tutto dovesse procedere come annunciato il mese di maggio potrebbe portare i primi turisti ma soprattutto vedremmo salvo, se lo augurano gli addetti ai lavori, il turismo estivo.
Certamente il percorso, seppure sia a breve termine, è tutto in salita. Sono tanti gli aspetti da affrontare, come il riconoscimento tra Stati, l’obbligatorietà del documento, il periodo di validità.
La Francia, la Germania, il Belgio e la Polonia frenano in quanto ritengono sia prematuro, soprattutto dopo i deludenti risultati delle APP di tracciamento utilizzate in Europa che non hanno avuto la fortuna sperata e il formato digitale del passaporto, seppure tutti d’accordo, genera di conseguenza perplessità di efficacia riguardo lo scambi di informazioni sanitarie. Legittimi timori ma si va avanti seppure a piccoli passi.