L’Europa è in preda a una crisi di nervi. Dopo il Covid, il conflitto Ucraina-Russia ora la crisi economica scatenata da quella energetica. Una ondata di scioperi sta occupando le strade delle città europee a causa della crisi del costo della vita che è diventato insostenibile per tanti. A Bruxelles, centro politico europeo, i manifestanti con i sindacati in testa, hanno causato disordini nel cuore della città. Una situazione che si è manifestata anche nel resto del Paese.
Lavoratori, pensionati, disoccupati scendono nelle strade, si radunano nelle piazze per richiedere politiche che ridiano loro potere d’acquisto, per gli stipendi, per le prestazioni sociali, tutto quello che oggi è sotto scacco. Stiamo vivendo una situazione di crisi inimmaginabile anche sotto la pandemia. Le difficoltà si susseguono e ora è davvero il popolo europeo è sotto shock. Uomini e donne, anche quelli provenienti da ambienti benestanti, vivono l’aumento delle bollette energetiche, che innescano una escalation dei prezzi soprattutto nelle materie prime e alimentari, come un trauma irreversibile che non vede risoluzione nel breve futuro.
Le maggiori sigle sindacali, complici della decrescita felice, oggi reclamano aumenti salariali per via di una inflazione che ha toccato i livelli più alti dalla metà degli anni ’70…fortuna per loro la memoria corta delle persone…