Nel Paese “dell’incertezza” normativa non poteva mancare quella che riguarda, almeno per il momento, il riconoscimento dell’indennità di malattia, per i lavoratori del settore privato in quarantena affetti da Covid-19.
A sollevare il “caso” è l’INPS attraverso il messaggio n. 2842 del 6 agosto 2021, dove informa che poiché il legislatore non ha stanziato nuove risorse l’indennità non potrà essere erogata per l’isolamento fiduciario determinato da contatti, avvenuti nell’arco di quest’anno, con soggetti positivi.
Pertanto, la quarantena, che prima era parificata alla malattia e perciò riconosciuta dall’INPS, ora e con effetto retroattivo, sembrerebbe, non lo sia più.
È palese l’allarme che in questi giorni si sta divulgando tra imprese ma soprattutto tra i lavoratori che nei trascorsi otto mesi sono stati sottoposti in quarantena fiduciaria per Covid- 19 credendosi opportunamente “coperti”, perché in possesso di un certificato medico.
Il rischio, secondo quanto riportato nel messaggio INPS, è che, nell’ipotesi più estrema, i lavoratori possono vedersi decurtato il loro stipendio o più probabile, a farne le spese sarà il datore di lavoro costretto a farsi carico del periodo di quarantena, alternativamente utilizzando permessi retribuiti e non retribuiti, tutto questo sempre se il Governo non intervenga con un decreto per il rifinanziamento ad hoc.
Certamente, il Governo lavorerà a colmare la lacuna che si è, sicuramente involontariamente, generata, perché soprattutto con la ripresa dell’attività scolastica nel mese di settembre, la riapertura di numerose attività imprenditoriali dopo la pausa estiva, purtroppo, avremo una ulteriore risalita dei contagi, pertanto siamo certi che il vuoto normativo in questo caso sarà colmato, anche perché, come la storia italiana insegna, in presenza di una “incertezza” normativa i governi hanno sempre messo una ”toppa”.