In un mondo che cambia sempre più velocemente serve una politica di governo che abbia una visione dell’insieme delle cose che con una auspicabile e illuminata lungimiranza, possa consentire rapide decisioni, risposte utili a prevenire, contrastare o agevolare gli eventi che inevitabilmente ognuno dovrà affrontare.
Serve una nuova politica delle infrastrutture per il trasporto delle persone e delle merci che mai come oggi svolgono un ruolo strategico fondamentale per l’economia e lo sviluppo. La grande mobilità delle persone sul territorio nazionale, la centralità turistica del nostro Paese e i nuovi mercati creati dal commercio elettronico, richiedono investimenti e soprattutto una governance adeguata. Serve un nuovo piano delle infrastrutture. Non basta investire e fare nuove opere, occorre mantenerle in buona condizione sia per la sicurezza che per la qualità del servizio. La manutenzione di infrastrutture e cura delle persone è una grande sfida sia per rendere utilizzabili le infrastrutture sia perché’ fa bene al lavoro.
Pertanto è necessario costruire e promuovere un nuovo mondo del lavoro, diverso, più evoluto, inclusivo, resiliente, professionalizzante e adeguato ai mutamenti della società. I fondi del PNRR possono offrire una grande opportunità alle aziende che non è limitata alle sole risorse economiche da impiegare, ma anche e soprattutto alle risorse umane da formare con competenze specifiche. La lunga serie di scadenze cruciali che il governo dovrà prendere in carico, per l’economia e la ripresa del Paese richiede un forte senso di responsabilità sia per assicurare quella stabilità che tutto il mondo produttivo chiede, sia per affrontare la grave crisi in atto. Occorre che la legge riconosca incentivi e agevolazioni alle imprese virtuose in possesso di reali competenze e adeguate professionalità e che garantiscano elevati standard di qualità e sicurezza.
Il Pnrr ci ha dato la possibilità di ripartire, ora dobbiamo agire con determinazione e non dobbiamo smettere di programmare. Per questo il Pnrr va rispettato nei tempi perché ha rappresentato una bussola per far partire gli investimenti. Inoltre, è importante per il mondo delle infrastrutture pianificare, per poter fare sistema, far nascere nuove professionalità e nuove imprese, ma per farlo abbiamo bisogno di stabilità e visibilità. Dobbiamo approfittare di questa enorme mole investimenti anche per investire sulle persone, per formare nuove professionalità, per riscoprire le scuole professionali e colmare il gap di competenze. Inoltre c’è un elemento che sta cambiando il modo di lavorare: la digitalizzazione. Dobbiamo fare in modo che tutti si sentano parte del progetto, che non ci siano discriminazioni e che la tecnologia non diventi un nemico, ma uno strumento da utilizzare lavorando per tenere a bordo anche chi, fino ad ora, non è cresciuto nel mondo digitale.
La nuova strategia a lungo termine per le infrastrutture prevede 280 miliardi di euro di investimenti per la mobilità sostenibile, 12 mld per le infrastrutture idriche e 7 mld per l’edilizia sostenibile. Un piano innovativo, sostenuto da riforme per velocizzare la transizione dell’Italia verso uno sviluppo sostenibile, in linea con il Green Deal europeo.
Speriamo che il “semaforo” della politica sia sul “Green” verso la direzione del fare per fare bene.