Famiglie e imprese italiane, già in difficoltà per gli aumenti delle materie prime come elettricità e gas, sono in stato di allarme per gli ulteriori rincari, già avvenuti con la veloce ripresa economica post–pandemia, dovuti alla crisi bellica tra Ucraina e Russia e per le conseguenze delle sanzioni di quest’ultima che influiscono sull’Import e Export europeo.
Il mercato russo ha un valore di circa 8miliardi di euro per il nostro Paese. Coinvolge settori del made in Italy come la moda, l’arredamento, la meccanica, l’alimentare. Il settore dei trasporti, già in crisi con l’aumento dei carburanti, con il blocco dell’export verso la Russia sta subendo forzati stop al transito verso Mosca con conseguenti gravi perdite economiche seguita da tutta la filiera industriale ed artigianale.
Ovviamente l’auspicio di tutti è una immediata cessazione del conflitto Russia –Ucraina, in modo da mettere fine alla sofferenza di milioni di innocenti coinvolti, ripristinare la Pace e riprendere un percorso di collaborazionee di ricostruzione. Ma i tempi non saranno brevi purtroppo e le famiglie e imprese, appena uscite dalla “guerra” al Covid-19, chiedono interventi di sostegno urgenti al governo.
Tuttavia, come è stato per la pandemia, cerchiamo di vedere il rovescio della medaglia, che può aiutarci a darci a percepire una speranza per un futuro europeo migliore.
Questa “esperienza” bellica europea, che tutti noi, fino a qualche giorno fa, non avremmo mai immaginato e che respingiamo e contestiamo, fa emergere dai governi nazionali ed europei problematiche europee mai affrontate a dovere a causa dei ben i noti campanilismi dei singoli Stati.
Questa crisi energetica e alimentare, ricordiamo che la Russia è pure un grande produttore di grano oltre che esportatore di gas e minerali, impone in Italia e in UE nuove posizioni di politica nazionale e comunitaria. Pensiamo che sia necessario fronteggiare, potenziandolo e revisionandolo, il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee, recentemente approvato dai dicasteri Transizione e Ecologica e dal MISE. È necessaria e non più rinviabile, la semplificazione della macchina burocratica dello Stato, vera e propria “zavorra” allo sviluppo del nostro Paese. Pensiamo che la recente esperienza della crisi pandemica e oggi energetica debba essere da volano per tutti i Paesi dell’Unione europea per la realizzazione di una politica comunitaria che si occupi dei grandi temi, come sicurezza, salute, digitale ed energia. Siamo convinti che in ambito energetico l’Europa debba attivare un sistema di approvvigionamento unico dell’energia che consentirebbe un minore impatto su tutti i paesi dell’UE e l’Italia potrebbe assumere un ruolo fondamentale nell’aggregazione dei Paesi Ue interessati a creare un gruppo di acquisto condiviso.
Crediamo comunque che l’Italia, grazie alla sua naturale posizione geografica e politica all’interno dell’area mediterranea ed europea, con l’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, uomo con una significativa esperienza di politica economica europea, possa avere il potenziale necessario per garantire coesione ed equilibrio tra gli Stati membri UE e possa essere propulsore della costruzione di una nuova “Europa politica”.
Può sembrare utopia, ma vogliamo crederci in questa visione di futuro di vera unità Europea, fatta di unità d’intenti, di benessere, di condivisione, di costruzione e soprattutto di PACE.
Nel frattempo riteniamo sia necessario difendere le famiglie e le imprese dal caro energia. Quindi crediamo sia necessario “congelare” per 12 mesi i costi di sistema sul gasolio e gas per evitare che il caro energia continui a impoverire le famiglie e chiuda le aziende…Anche questa, come per il conflitto Russia-Ucraina, è una “guerra” seppure economica che dobbiamo fermare…