Verrà approvato dopo la pausa estiva, il decreto anti delocalizzazione che il Governo sta preparando per arginare il fenomeno delle imprese medio-grandi, con 50, 150, 250 dipendenti, le ipotesi sono diverse e sicuramente non riguarda le piccole aziende, che non essendo in crisi o a rischio fallimento decidono di chiudere in Italia e delocalizzare.
Il provvedimento in corso d’opera, ha l’obiettivo di regolamentare in modo stringente le chiusure, attenuare l’impatto occupazionale e utilizzare tutti gli strumenti attivabili per la riconversione dopo aver utilizzato incentivi e agevolazioni per lavorare in Italia.
Il provvedimento prevede obblighi di comunicazione istituzionale con preavviso di sei mesi, piano di gestione degli esuberi, percorsi di formazione per la salvaguardia occupazionale,adeguata informativa ai dipendenti, analisi di progetti di riconversione per favorire l’arrivo di nuovi imprenditori e sanzioni e black list per le aziende inadempienti.
In pratica, nel prossimo futuro, le imprese che non sono in crisi ma che vogliono tagliare potranno farlo seguendo un preciso percorso che coinvolgerà una serie precisa di soggetti istituzionali, come il Ministero del Lavoro, il Ministero dello Sviluppo economico, ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive), Regione, Sindacati.
Nel caso in cui le aziende non presenteranno il piano o comunque non rispetteranno le regole previste, sono previste oltre che sanzioni, il loroinserimento in unablack list che impedirà l’accesso a incentivi e agevolazioni per le imprese per cinque anni.
Per ora queste sono solo ipotesi, non resta che aspettare il decreto previsto per il mese di settembre.