Istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro si svolge il 28 aprile di ogni anno.
Il suo scopo è di focalizzare l’attenzione, a livello internazionale, sull’importanza che la prevenzione ha nei confronti degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali e di sensibilizzare un impegno collettivo per la creazione e la promozione della cultura della sicurezza e della salute sul lavoro.
La giornata richiama alla memoria la gravissima tragedia avvenuta il 3 dicembre del 1984, a Bhopal (India), dove a causa dell’esplosione della fabbrica di pesticidi della Union Carbide persero la vita 2.500 persone ma le conseguenze del disastro provocarono ulteriori 20.000 vittime negli anni successivi.
Dopo 26 anni di indagini e processi, nel 2010 vennero riconosciuti responsabili dell’accaduto, per negligenza, otto ex-dirigenti indiani della UCIL e condannati a pene irrisorie, circa due anni di detenzione.
Da quel lontano 1984 molto si è fatto in termini di prevenzione e sicurezza sul lavoro, ma purtroppo è ancora molta la strada da fare.
Molti settori ancora oggi non vedono riconosciute le forme più basilari di presidio e salvaguardia della salute mentre esercitano la propria professione; tanti lavoratori ancora oggi sono costretti nelle campagne, nelle miniere o nei cantieri a subire condizioni di vita lavorativa indecenti e intollerabili, tantissimi in condizioni di parziale o totale schiavitù.
L’Italia, nonostante la rigida normativa che disciplina le regole del mondo del lavoro, con il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81- testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, si trova ad affrontare situazioni in cui il fenomeno della spregiudicatezza economica a discapito della salute e della sicurezza è più vivo che mai.
Il fenomeno del caporalato, fortemente contrastato dal nostro ordinamento giuridico, è ancora presente nel Sud ma anche nel Centro–Nord d’Italia.
Questo fenomeno, che incide pesantemente sulla sicurezza e salute sul lavoro, grava pesantemente in alcuni settori dell’economia come quello dell’agricoltura, dei trasporti, della logistica, dell’edilizia, dei servizi di consegna e assistenza ed evidenzia come sia forte il legame tra imprese, reti di migranti e organizzazioni criminali.
Il 2020 è stato un anno difficile, il covid-19 ha causando migliaia di vittime ma ha ridimensionato, probabilmente come conseguenza della pandemia che ha fortemente inciso sulle attività occupazionali, il numero di infortuni, morti e malattie professionali.
Secondo un rapporto INAIL, le denunce di infortunio nel primo bimestre del 2021 sono state 82.634, in diminuzione di circa 14mila casi (-14,4%) rispetto alle 96.549 riscontrate dall’ente nello stesso periodo relativo al 2020; anche le morti sul lavoro sono leggermente diminuite, passando da 108 a 104; stesso andamento in diminuzione registrano le denunce delle malattie professionali, toccando quota 7.801, oltre 2.700 in meno rispetto al periodo considerato.
Questi dati fanno riflettere sul fatto che nel momento in cui avremo la ripresa economica, potremmo riscontrare un forte aumento dei dati relativi agli infortuni, alle morti sul lavoro alle malattie professionali.
Pertanto, che questa giornata mondiale sia un momento di riflessione ma anche uno strumento significativo per aumentare la consapevolezza di come rendere il lavoro sicuro e sano e di come sia necessario aumentare il profilo politico della sicurezza e della salute sul lavoro ricordando che il 28 aprile è anche la Giornata commemorativa internazionale per i lavoratori morti e feriti organizzata in tutto il mondo dal movimento sindacale dal 1996.